Era notte a Kirkwall. Pioveva incessantemente da una giornata, mentre il vento autunnale spazzava la città come a tentare di eliminare qualsiasi triste pensiero. Le mura della mia tenuta non mi erano mai parse tanto ostili, opprimenti, claustrofobiche... Mi alzai quasi sbuffando, ormai era un mese che mi destavo nell’oscurità più totale con quel peso sul cuore, non riuscivo quasi a vivere... Eppure forte dovevo rimanere per la gente che mi aveva eletto a Viscontessa, incrollabile e solida come la pietra delle montagne... Nella mia dimora, però, ero fragile come il cristallo, disperata e addolorata per la crudeltà mostratami dalla vita. Perdere una madre e una sorella erano impensabili.... Dover uccidere chi amavi per il bene comune... Quello distruggeva l’anima, la spazzava via e la disperdeva come cenere al vento. Mi accomodai al davanzale della finestra immaginando un tempo non troppo lontano in cui ero felice e sempre col sorriso stampato in volto. Allora c’eri tu, in quei giorni ti vedevo appoggiato alla balaustra di questo piccolo pianerottolo sorridendomi e allargando le braccia per accogliermi... Quante volte mi ero infranta contro il tuo petto? Ci sostenevamo a vicenda, fronteggiando le nostre rispettive maledizioni... Mi sono illusa di poterti salvare, di estirpare quel tarlo che giaceva in fondo al tuo cuore che alimentava una fiamma di vendetta letale. Mi imbattei in te durante una missione, un incontro fatale che mi segnò nel vivo nel momento in cui guardai i tuoi occhi dorati. Ti aiutai quando tutto il mondo sembrava volerti inghiottire e fosti tu stesso a dirmi che mi avresti spezzato il cuore... Ma a lui non si comanda, non potevo far nulla contro l’amore che avevo iniziato a provare per te. E persino i miei amici mi misero in guardia... Nulla, a nulla servì. Niente poteva portarmi indietro dalla strada che avevo deciso di seguire. Se veramente eravamo felici... Perché? Perché dopo tutto quello fatto per questa città, per le persone... Perché? Iniziai a piangere, a singhiozzare... Quasi urlai disperata nella notte, appoggiata a quel vetro consapevole che ormai tu non c’eri più... E le lacrime che pensavo di aver esaurito ricomparvero più prepotenti che mai. Anders, vissi così tanto per entrambi che ormai non ero più in grado di andare avanti da sola, seppur sola non fossi. Tutti erano accanto a me, ma nessuno poteva colmare quel vuoto che si nutriva di me lambendo le mie caviglie. Vi era un oblio di disperazione e dolore che attendeva solo di annegarmi in sé, che mi sussurrava all’orecchio parole di autolesionismo, che mi ricordava che avevo una facile strada da percorrere, bastava solo che mettessi fine alla mia vita. Per un attimo sorrisi amaramente rammentando le parole di Fenris. *Se solo non fossi stato tanto stupido da respingerti e rinnegarti quella notte... Non ti ...
I dreamed I was missing
You were so scared
But no one would listen
Cause no one else cared
After my dreaming
I woke with this fear
What am I leaving
When I'm done here
So if you're asking me
I want you to know
When my time comes
Forget the wrong that I've done
Help me leave behind some
Reasons to be missed
And don't resent me
And when you're feeling empty
Keep me in your memory
Leave out all the rest
Leave out all the rest
Don't be afraid
I've taken my beating
I've sh...
Capitolo 1 - Benvenuti al Nettuno Hotel
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